postato il: 25/03/2014 - IL MISTERO SVELATO DELLA MORTE DI ARRIGO VII
Con la morte dell'imperatore Enrico VII di Lussemburgo, nel 1313, muoiono anche le speranze di rinascita di Pisa, prostrata dalla sconfitta della Meloria alcuni decenni prima.
Ai pisani non resta che accogliere trionfalmente le spoglie dell'imperatore nella propria cattedrale e si chiama uno dei più grandi scultori dell'epoca, Tino di Camaino allievo di Giovanni Pisano, per celebrare con la sua arte la memoria di Arrigo (come lo chiamavano i pisani e anche Dante nella Divina Commedia).
Con la morte dell'imperatore nasce però quella che oggi definiremmo una 'teoria del complotto'. Arrigo è morto di malaria, come vogliono i documenti ufficiali, oppure è stato ucciso con un'ostia avvelanata dal suo confessore, Bernardo di Montepulciano?
Per la terza volta dalla sua morte (nel 1727,nel 1920 e di nuovo lo scorso autunno) il sarcofago di Arrigo è stato aperto per studiarne il contenuto. All'nterno sono stati trovati un globo, lo scettro e la corona imperiali in argento dorato oltre ad un tessuto di seta, con fasce rosa e azzurre lungo tre metri, che è servito per avvolgere i resti imperiali e conservato perfettamente.
I resti di Arrigo sono stati sottoposti a studi scientifici all'avanguardia da un gruppo di studiosi dell'Opera della Primaziale Pisana e dell'Università di Pisa e i risultati dei loro test stanno trapelando...
Il mistero sembra risolto: l'imperatore non è stato avvelenato e quindi è morto di malattia. Queste rivelazioni sicuramente deluderanno molti ma finalmente pongono la parola fine a secoli di sospetti e di dibattiti.
L'antropologo francesco Mallegni, attraverso minuziosi studi sulle ossa del cranio imperiale, sarà in grado di ricostruire le fattezze di Arrigo e di ridare un volto all'imperatore così come è avvenuto per altri grandi personaggi del passato legati a Pisa come San Ranieri, il santo patrono della città, e il famigerato Conte Ugolino, anche lui celebrato nella Commedia di Dante e il cui volto ricostruito, rappresentato in scultura, è oggi esposto nella cappella Della Gherardesca nella chiesa di San Francesco a Pisa.